A
- poligr.
- Nuova enciclopedia italiana
Questa lettera, che sta a capo dell’alfabeto di quasi tutte le lingue antiche e moderne, potendosi forse eccettuare soltanto la etiopica od abissinica, in cui è la tredicesima, e la runica, nella quale è la decima, trae la sua forma dall’alpha greco e dall’A romano. Il suo disegno primitivo andò gradatamente modificandosi, secondo che veniva scolpita, incisa, scritta sopra sostanze più o meno dure, come pietre, mattoni, metalli, intonacature, papiri, cuojo, pergamene, carta, ecc. I caratteri, per esempio, meglio e più comunemente adoprati nelle incisioni sono quelli di una forma angolosa, per essere le linee rette assai più facili che non le curve a scolpirsi ed intagliarsi sulle dure materie ; motivo per cui sono tutti costantemente di linee rette i primi rozzi disegni appartenenti alla età della pietra più antica (paleolitica), e la curva non apparisce che in un’epoca posteriore. Nei caratteri greci e romani conservatici da tutti i monumenti di ogni natura noi abbiamo non solo il tipo primitivo, ma, per così dire, la genealogia pittoresca della scrittura nostra moderna, la quale riuscì alle forme che tiene oggidì passando pel gotico primitivo, o tedesco, e pel saraceno, al testo rotondo, al gotico della seconda epoca, al gotico fiorito, al gotico degenerato o rotondo francese. Ecco alcune delle successive forme assunte dalia lettera A
In questa trasformazione dell’A. la di cui autenticità sta comprovata sugli edifizii, sulle pietre scolpite, antiche e moderne, e sui manoscritti delle epoche successive ai primi secoli dell’êra volgare, si può riscontrare il tipo delle lettere A majuscole, o monumentali, minuscole o corsive, tipografate o scritte. (Vedi Court de Gébelin, Plan du monde primitif — Silvestre, Paléographie universelle: si consulti l’introduzione premessavi dai due Champollion — Des Hauteraies, Caractères et alphabets des langues mortes et vivantes, etc. — Moussaud, L’alphabet raisonné, ou explication de la figure des lettres).
Dei diversi suoni elementari della voce umana, quello che è rappresentato da questa lettera, qual essa è pronunciata nella lingua italiana, è il più semplice e richiede un minore sforzo degli organi a produrlo; perciocchè ad emetterlo basta aprire la bocca e respirare in modo che l’aria spinta fuori per la glottide risuoni sensibilmente nella cavità della bocca e delle nari. Quindi questo suono è notevole per la sua universalità, quanto per la sua semplicità. Molti degli animali inferiori hanno la facoltà di produrlo, siccome è facile il convincersene facendo attenzione ai loro gridi peculiari, nella maggior parte dei quali, se non in tutti, lo si può di leggieri riconoscere. Esso è pur anche, per così dire, la base della vocalizzazione ; poiché, chi attentamente vi badi, troverà le altre vocali non essere quasi altra cosa che modificazioni labiali, linguali, dentali o palatine di questo primo, universale ed elementarissimo suono.